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Brescia,

Non si placa lo scontro tra magistratura e governo

Dietro le accuse di Crosetto nei confronti delle toghe con quel sono a conoscenza di alcune riunioni segrete tra magistrati ci sarebbe un disegno per colpire Giorgia Meloni.

Ad accendere la miccia il ministro Guido Crosetto che in un' intervista al Corriere della Sera sostiene che il governo può essere messo a rischio solo dall'opposizione giudiziaria e riferisce di aver saputo di riunioni di una corrente della magistratura in cui si dibatte di come fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni.

Emergono nuovi dettagli più precisi che porterebbero a persone molto vicine alla premier finite nel mirino.

Si parla di una potenziale inchiesta per finanziamento illecito a carico di persone "molto vicine" a Giorgia Meloni. 

Un'eventuale inchiesta, è il ragionamento, sarebbe sufficiente per scatenare il sospetto di una manina dietro un'indagine che potrebbe scoppiare prima delle elezioni europee.

Esattamente come dice Crosetto, e cio' costituirebbe un’anticipazione di condanna, anche se poi dalle indagini non dovessero emergere reati.

Guido Crosetto dice: "A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura, in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni, e siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee..."

Mettiamola così. 

Le procure sanno che se gettano l'amo in alcuni laghetti qualcosa pescano.

Il problema è che semmai, in passato, per i governi di sinistra quell'amo si sono ben guardati dal lanciarlo", è il ragionamento di un inquirente che preferisce restare anonimo.

Dietro l’intervista con cui il ministro della Difesa ha lanciato l’allarme contro la magistratura c’è una paura diffusa nell’esecutivo.

Tanto che le parole di Crosetto sarebbero state concordate con la premier Giorgia Meloni.

E lui dice di essere pronto a riferire al Copasir, dove le sedute sono segrete, o all’Antimafia, dove possono esserlo.

Nel mirino del ministro ci sono anche due interventi.

Uno del magistrato in pensione Nello Rossi sulla rivista di Magistratura Democratica. 

Ed e' stato espresso in un congresso della componente Area in cui si evoca la funzione anti maggioritaria delle toghe.

E' l’opposizione piu' efficiente che esista o che sia mai esistita a questo governo.

Molto di quanto bolle in pentola resta per adesso riservato.

Ma intanto torna ad alzarsi la tensione sulla giustizia con un nuovo scontro tra governo e magistrati e l'opposizione che va all'attacco dell'esecutivo.

Una presa di posizione che arriva proprio nel giorno in cui l'ANM riunisce a Roma gli iscritti sugli attacchi venuti nei mesi scorsi da governo e maggioranza ai magistrati - a partire dalla giudice catanese Iolanda Ippolito - che hanno sconfessato il dl Cutro in materia di migranti.

Secondo la medesima l'accusa del ministro è una fake news che non ha alcun fondamento e fa male alle istituzioni. 

È un attacco ai magistrati , ma anche una rappresentazione malevola dell'impianto istituzionale del Paese, ribatte il presidente dell'ANM, Giuseppe Santalucia, che ritiene fuorviante la rappresentazione di una magistratura che rema contro e che si fa opposizione politico-partitica.

Dalla riunione delle toghe arrivano altre repliche al ministro. 

Ciccio Zaccaro, segretario di Area, il gruppo delle toghe progressiste, accusa Crosetto di delegittimare le istituzioni repubblicane. 

Mentre il segretario di Magistratura Democratica, Stefano Musolino interpreta le parole del ministro Crosetto come un monito alla magistratura a conformarsi agli scopi del governo.

Ma è soprattutto sul terreno della politica che il clima si fa incandescente, con le opposizioni (con l'eccezione di Italia viva) che censurano le affermazioni di Crosetto e invitano il ministro a riferire in Parlamento immediatamente, come sollecita il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova o ad andare in procura se ha le prove di quello che dice. 

Tant'è che il titolare della Difesa replica più volte alle critiche, spiega che non ha inteso attaccare la magistratura, ma solo difendere le istituzioni cercando la verità e assicura che è pronto a presentarsi al Copasir o in Antimafia.

Se il ministro sa qualcosa che mette in pericolo la sicurezza nazionale, lo dica. 

Diversamente, la smetta questo governo di lanciare velate minacce avverte Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, mentre i parlamentari del suo gruppo in Antimafia chiedono di fissare al più presto l'audizione di Crosetto. 

L'accusa di Crosetto ai magistrati è gravissima perche' significa attribuire a una parte della magistratura finalità eversive.

Se il ministro ha informazioni così rilevanti, lo incalza il presidente del M5s Giuseppe Conte, deve andare immediatamente in procura. 

Anche per il leader di Azione Carlo Calenda un ministro non può riferire di complotti di magistrati senza denunciarli, non siamo al bar dello sport. 

Non fa sconti nemmeno il presidente nazionale di Centro democratico Bruno Tabacci, per il quale quelle di Crosetto sono parole in libertà, mentre di dichiarazioni  eversive parlano Angelo Bonelli (Avs) e Giovanni Barbera (Rifondazione comunista). 

Il leader di Iv Matteo Renzi invece solleva il problema delle ragioni per le quali Giorgia Meloni ha bloccato la riforma della giustizia.

Poche le voci dalla maggioranza. 

Forza Italia si schiera con Crosetto e prende la palla al volo per chiedere che la riforma della giustizia, una priorità si faccia prima di quella del premierato, come sollecitano il capogruppo alla Camera Paolo Barelli e il deputato Alessandro Cattaneo. 

Riforma invocata anche dal segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa.

E come sappiamo il fulcro centrale della riforma agognata e' quello della separazione delle carriere, la quale rappresenta un primo piccone contro la casta dei magistrati, contro un potere che non e' solo giudiziario, ma che tende a travalicare i suoi limiti naturali, invadendo i poteri esecutivo e legislativo, paventando un presunto rischio di cadere sotto il controllo del potere esecutivo.

Il problema e' che il controllo dell'esecutivo sull'operato della magistratura inquirente e' cosa del tutto normale, come del resto accade in tutte le piu' moderne ed efficienti democrazie, dove, a differenza dell'Italia, i tempi della Giustizia sono estremamente piu' rapidi.

Ma non e' solo quello perche' il signor Santalucia dimentica che contro Silvio Berlusconi, nel 2011 e' stata messa a punto una vera e propria congiura che rasenta il colpo di stato, in quanto un Presidente del Consiglio dei Ministri, regolarmente eletto per volonta' degli italiani, e' stato buttato fuori dal Parlamento con una manovra dl tutto illegale.

E tale manovra e' il risultato di una deriva anticostituzionale ordita da una magistratura politicizzata.

Risulta dunque che vorrebbero fare la stessa cosa con Giorgia Meloni.

In seguito tutte queste polemiche sono rientrate nell'ordine costituzionale, ma e' rimasta l'acredine del Vice-Presidente del CSM contro il Ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio, a causa dei contenuti del progetto di separazione delle carriere, per non parlare dei test psico-attitudinali per l'accesso alla magistratura.

A tale scontro a tentato inutilmente di ovviare il Presidente Mattarella, ma dalla sua posizione super partes, pur essendo egli stesso Presidente del CSM, non si poteva pretendere di piu', pur cercando una soluzione di compromesso, anche perche' per il CSM non puo' esistere alcun compromesso, in quanto in ogni caso ogni provvedimento sulle carriere rappresenta per il suo Vice-Presidente, una indebita ingerenza del potere esecutivo, proprio cio' che si vuole combattere a tutti i costi.